Mitologema - Rizzuto Gallery, Via Maletto, 5 – Via Merlo, 36/40 - Palermo
Mostra in corso dal 15 aprile al 23 giugno 2023
La Galleria ospita la mostra personale di Daniele Franzella Mitologema.
Comunicato Stampa
Ciò che è accaduto è sempre accaduto solo a metà.
Ernst Bloch
In “Mitologema” Daniele Franzella opera un’analisi profonda del significato dell’immagine nel nostro tempo. Un’analisi che viene mostrata in opere che attingono da
linguaggi e semantiche differenti, realizzandosi attraverso medium e materiali diversi.
Le opere sembrano essere colte da una prospettiva storica, per poi scartarla frammentando la linea temporale e proponendo altre prospettive laterali e contraddittorie. Le
immagini bidimensionali e plastiche di Daniele Franzella sono tutte figure e simboli
che si dissipano o implodono, e che smarriscono la propria capacità di affermare
qualcosa di certo. In ogni simbolo/figura Franzella mette in scena i suoi rapporti, le
sue congiunture, le sue connessioni e le sue aberrazioni, la polisemia quasi incontrollabile del simbolo, alla cui figura esterna mutevole è associata una costellazione di
possibili contenuti.
L’artista sembra scavare nel significato del simbolo e della figura
come seguendo una “suggestione etimologica” che ci riporta al simbolo come pratica di
accostamento e unione di elementi appartenenti a campi differenti - simbolo dal greco
s?µß????: “accostamento”, derivato di s?µß????, “mettere insieme, far coincidere”
- e alla figura, - dal latino fingere, plasmare - nel senso di immagine che nel suo essere
ficta ha in sé l’idea di movimento e di fissità. I simboli/figure di Franzella sono così da
interpretare come mitologemi, come un materiale astratto e irrequieto che si manifesta
a intermittenza in oggetti e superfici contraddittori, plasmati e trasferiti costantemente.
Il significato dei simboli/figure rimane sempre incerto, appellandosi alle possibilità
della memoria involontaria collettiva, l’artista palermitano ricerca immagini laterali, viste e ignorate, da cui ne estrapola l’unità minima per rielaborarla e realizzarla
nuovamente, come ceramica, scultura, affresco o décor.
L’artista palermitano afferma
il senso di queste unità minime solo nel momento della rappresentazione, ovvero il
momento in cui il mitologema si fa figura e ricostituisce il simbolo in una presenza
nuova figlia di un processo di decostruzione e ricostruzione che trasforma le opere in
oggetti noti che però non abbiamo mai visto prima di ricordarli, come le madeleine
di Marcel Proust. L’ambiente e il contesto dove si attua e viene percepito tale processo
non è un elemento che assiste inerte e innocuo, ma reagisce e risponde alla polisemia
delle opere: le pieghe di una tenda sono ora le scanalature di colonne dispiegate che
disperdono le necessità eurytmiche dello spazio, le pareti in legno si dispongono e
diventano dispositivo percettivo.
Franzella sembra così suggerire che il simbolo non è
qualcosa di compiuto e definitivo e che il suo potenziale non si esaurisce nella singola
rappresentazione. La figurazione di argomento mitologico è così proposta in un gioco
di disassemblaggio iconografico, distorta, aberrata, o dissezionata tanto nell’apparato
quanto nella tecnica: terracotta appena modellata e ceramica dissociate ma unite nella
forma. Come nell’”halb geschehen” di Bloch, l’accaduto a metà, Franzella irrompe sul
simbolo cercando di redimere e ridestare il non-rappresentato, l’utopia celata nel cuore
imperfetto della figura.
Alessandro Pinto
Infomrazioni utili per la visita
Orari: dal martedì al sabato dalle 16 alle 20; gli altri giorni su appuntamento.
Biglietti: ingresso libero.
Telefono:
+39.091.7795443
E-mail: [email protected]
Sito web: Rizzuto
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